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Il biochar: cosa è e perché occorre implementarlo

Perché il biochar è così interessante da proporlo quale soluzione innovativa per l’agricoltura, i compositi, il clima e l’energia? Se ne è parlato al Politecnico di Torino dove è nato il gruppo Biochar@PoliTo.

Il biochar: cosa è e perché occorre implementarlo

Il biochar, così definito dall’IBI - International Biochar Initiative, è un materiale carbonioso ottenuto per degradazione termica, ovvero attraverso la pirolisi o la gassificazione di biomasse vegetali o animali che altrimenti sarebbero solo uno scarto. Il residuo solido del processo è infatti il biochar, che rappresenta un concentrato di carbonio che non viene rilasciato in atmosfera sotto forma di CO2 come succederebbe per una normale combustione. Considerando che il biochar contiene ben oltre il 50% di carbonio, il solo fatto di produrlo comporterà l’assorbimento di una quantità di anidride carbonica (CO2) atmosferica che diversamente, o per combustione o per degradazione naturale della biomassa, sarebbe ritornata in atmosfera andando ad aumentare i gas serra che, come sappiamo, sono i principali responsabili del cambiamento climatico. Una volta catturato, il carbonio contenuto nel biochar può essere utilizzato in diversi modi: nei terreni, dove rimane per oltre 100 anni con benefici per il terreno stesso, nei polimeri, andando ad evitare di utilizzare carbonio proveniente da combustibili fossili, e nei cementi e asfalti, consentendo l’uso di quantità inferiori di altri prodotti a loro volta inquinanti.

Se praticato su larga scala l’utilizzo di biochar avrebbe pertanto un impatto enorme, porterebbe, infatti, alla riduzione del 9% delle emissioni di CO2 europee. Da qui la svolta: se anche solo il 3,2% dei residui agricoli italiani venisse trasformato in biochar, spiegano i ricercatori, l’Italia raggiungerebbe l’obiettivo previsto dal Protocollo di Kyoto. Una soluzione importante, dunque, per risolvere la crisi della sicurezza alimentare globale e per garantire la sicurezza del suolo, attraverso il miglioramento della fertilità del terreno e della produttività delle colture e dell’agro forestazione.

Il biochar è talmente versatile che può essere utilizzato come pigmento nelle vernici, assumere la funzione di materiale assorbente o filtrante, e presenta inoltre proprietà elettriche e termiche.

Al Politecnico di Torino il 19 e 20 ottobre si è tenuta la settima edizione della Scuola Italiana di Biochar promossa da ICHAR, l’Associazione Italiana che si occupa della promozione del biochar, dei suoi utilizzi non solo in campo agricolo, dove è ormai affermato il suo uso come ammendante naturale, ma anche delle sue potenzialità nella sostituzione dei materiali derivanti dai combustibili fossili, carbon black in primis. L’evento ha visto protagonisti i maggiori rappresentanti della ricerca sul biochar al mondo, riuniti a Torino per riflettere sul valore innovativo del prodotto e sulle prossime strategie da adottare negli studi di settore. Numerosi i partecipanti, circa 100 provenienti da tutto il mondo, novità, questa, che rispecchia le recenti intenzioni di ICHAR di internazionalizzare il profilo della sua area di influenza.

Fonte: Politecnico di Torino


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