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Sei proposte di modifica al Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio

La proposta di Regolamento sui rifiuti ed i rifiuti di imballaggio presentata il 30/11/2022 dalla Commissione Europea rischia di penalizzare il sistema italiano di gestione dei rifiuti d’imballaggio, sostiene la Fondazione Sviluppo Sostenibile.

Sei proposte di modifica al Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio

La proposta di Regolamento sui rifiuti ed i rifiuti di imballaggio presentata il 30/11/2022 dalla Commissione Europea è molto ampia e riguarda la riduzione dei rifiuti d’imballaggio, la minimizzazione degli imballaggi, la riciclabilità degli imballaggi, il loro riciclo in quantità e qualità elevate, l’aumento dell’impiego dei materiali provenienti dal riciclo, l’aumento del riutilizzo degli imballaggi. A fronte di questo orientamento condivisibile, è però sbilanciata verso un modello basato sul deposito cauzionale per la gestione degli imballaggi, rischiando così di penalizzare il sistema nazionale italiano di gestione dei rifiuti d’imballaggio, che opera da 25 anni, che ha raggiunto risultati di rilievo, anticipando per tutte le filiere i target europei di riciclo, in modo efficace, con costi mediamente più bassi e favorendo lo sviluppo sia di un’industria del riciclo, sia di un’industria che produce imballaggi avanzati e di qualità. Ecco le proposte della Fondazione Sviluppo Sostenibile presentate durante la Conferenza Nazionale dell’Industria del riciclo:

- Tener conto del sistema nazionale italiano di gestione dei rifiuti d’imballaggio, basato sul CAC, sul Conai e i Consorzi di filiera che in 25 anni ha raggiunto risultati di rilievo e ha favorito lo sviluppo di un’industria del riciclo.

- Aumentare le quantità di imballaggi riutilizzate con sistemi decentrati e flessibili di restituzione come quelli che si stanno utilizzando, evitando la rigidità, molto più costosa, dei sistemi centralizzati di restituzione basati sul deposito cauzionale, visto che in Italia si riutilizzano già 2 milioni e 340 mila tonnellate di imballaggi, il 16% del totale.

- Tenendo conto delle limitazioni fissare dal Regolamento europeo 282/2008 all’impiego di plastiche riciclate a contatto con gli alimenti, introdurre un periodo di sperimentazione per verificare la possibilità e le condizioni per avere un contenuto minimo di materiale riciclato negli imballaggi in plastica a contatto con bevande e alimenti,eliminando dalla proposta, oggi impraticabile, target quantitativi fissati ora, tranne quello vigente per il PET per le bottiglie per l’acqua minerale.

- Escludere la sostituzione di imballaggi monouso in carta, cartone e plastica biodegradabile e compostabile - se riciclati con alte percentuale almeno dell’85% - con imballaggi multiuso fatti con materiali non rinnovabili, che richiedono rilevanti maggiori quantità di energia per la fabbricazione, il riciclo e le operazioni di preparazione per il riutilizzo (di lavaggio, sterilizzazione e asciugatura).

- Vistigli elevati consumi di energia e di acqua richiesti per lavaggi accurati, sterilizzazione e asciugatura, eliminare l’obbligo, in percentuali stabilite, di utilizzare contenitori riempiti nel punto di vendita, riutilizzabili e riutilizzati per bevande calde o fredde e per alimenti pronti destinati all’asporto o al consumo immediato.

- Stabilire che, solo se lo Stato membro non raggiunge entro il 2030, la raccolta del 90% di bottiglie in plastica monouso o di contenitori per bevande in metallo monouso, indipendentemente dalle modalità di raccolta, è obbligato a  istituire un sistema di restituzione con deposito, piuttosto che il complicato meccanismo, previsto dalla proposta di Regolamento, di obbligo  preventivo di istituire il sistema di restituzione con  deposito, con possibilità di esonero  se si raggiunge il 90% di raccolta. Sarebbe meglio inoltre lasciare un margine di tolleranza del 5%.


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