Avviato il primo impianto di biometano da rifiuti della Puglia
A Modugno, Tersan Puglia chiude il cerchio del riciclo con l’impianto di conversione della Forsu in biocarburante rinnovabile da immettere nella rete gas nazionale.
Il primo impianto in Puglia, dopo due anni di lavori e 18 milioni di investimento, è entrato in funzione a Modugno (Ba), all’interno del preesistente stabilimento di compostaggio aerobico. E’ l’ultima evoluzione della storia di Tersan Puglia, azienda che dal 1974 ha centrato la propria attività industriale sul recupero e sulla trasformazione dei rifiuti organici da raccolta differenziata per ottenere un fertilizzante organico necessario alla vitalità dei suoli agrari.
L’impianto e le innovazioni tecnologiche
Con l’ultimo aggiornamento impiantistico, il trattamento aerobico per la produzione di compost (compostaggio) viene integrato con la produzione di biometano che sarà immesso direttamente nella rete nazionale del gas Snam.
Il biometano è un biocarburante avanzato che può giocare un ruolo primario nella transizione energetica e verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del cambiamento climatico, in un momento – per altro – di difficile approvvigionamento delle fonti tradizionali.
L’impianto, che tratta 100mila tonnellate all’anno di rifiuti organici provenienti dalla raccolta della provincia di Bari, produce attualmente circa 30mila tonnellate annue di biofertilizzante. Con l’entrata in funzione del biodigestore e l’upgrading dal biogas prodotto al biometano, saranno ottenuti complessivamente 20mila tonnellate anno di compost e un milione 900mila metri cubi anno di biometano raffinato al 99,5 per cento, con una riduzione di emissioni di anidride carbonica in atmosfera stimata in 3mila 700 tonnellate anno.
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L’aspetto innovativo dell’impianto Tersan Puglia, rispetto agli altri impianti di digestione anaerobica, è la scelta di inviare al biodigestore solo la parte liquida di biomassa ottenuta dal processo di trattamento dei rifiuti organici in ingresso. La parte più consistente di questi continuerà, invece, a essere sottoposta esclusivamente a trattamento aerobico. Una scelta, seppur economicamente meno premiante, dettata dalla priorità attribuita alla qualità del biofertilizzante finale. In questo modo, infatti, il digestato, privo di sostanza organica e microrganismi vitali, sarà solo una parte residuale della biomassa trattata in compostaggio aerobico.
Volendo tradurre in fatti i numeri, si può affermare che la produzione di biocarburante dell’impianto sarà sufficiente a rifornire fino a 600 auto al giorno oppure, con un utilizzo diverso, a soddisfare il fabbisogno annuale di 2000 famiglie, per un risparmio di 1800 tonnellate di petrolio equivalente l’anno.
Contemporaneamente la produzione di biofertilizzante potrà soddisfare le esigenze di circa 7mila ettari di terreni, restituendo loro la vitalità e fertilità biologica necessari per un’agricoltura sostenibile e rigenerativa.