Geocentro con Cams per ridare valore alla terra
Inaugurato a Codevigo, in provincia di Padova, un impianto all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti provenienti da attività di bonifica e da attività di costruzione e demolizione.
La volontà di costruire un impianto unico che valorizzasse i rifiuti provenienti principalmente dalle attività di scavo è di Claudio Viel, titolare della VPS Srl di Codevigo (PD), azienda operativa nell’ingegneria ambientale e nel settore delle bonifiche ambientali. Il cuore verde del Sig. Viel non sopportava l’idea che la terra e i rifiuti derivanti dalle attività quotidiane della sua azienda dovessero essere smaltiti per lo più in discarica e non fossero “ripuliti” per essere riutilizzati. Inizia per lui la ricerca dei compagni giusti che lo potessero affiancare nella sua nuova sfida: realizzare un impianto talmente all’avanguardia, progettato secondo i principi dell’economia circolare e le normative end of waste, per la produzione di materia prima seconda talmente pulita da poter essere restituita alla terra. Al bauma 2019 Claudio Viel incontra e conosce le tecnologie di Cams e soprattutto la voglia di mettersi in gioco degli uomini e delle donne dell’azienda bolognese. Nasce così, dopo circa un anno e mezzo, Geocentro, un impianto nuovo e innovativo che vanta numerosi brevetti. L’impianto si estende per 17.000 mq di cui 5.400 mq coperti e 11.600 mq scoperti completamente pavimentati. È un impianto estremamente flessibile e compatto. La difficoltà maggiore è stata quella “di trovare il layout corretto in 60 m che potesse contenere tutte le macchine che Viel desiderava. Ma ci siamo riusciti e l’impianto risulta molto compatto ed efficiente. È un impianto cucito su misura” - ci fanno sapere da Cams.
Le tecnologie presenti sono frutto dell’ingegneria Cams che per realizzarlo ha studiato componenti ad hoc quali l’alimentatore a piastre, l’impianto di aspirazione parti leggere, i silos e l’impianto inertizzante e alcuni sono in fase di brevetto internazionale. Fanno parte dell’impianto anche un frantumatore UTS 1500 ad alimentazione elettrica (il più grande frantumatore Cams della linea UTS) e un vaglio vibrante UVS 42, anch’esso totalmente elettrico. A proposito di brevetti, i frantumatori UTS (trasportabili) e UTM (mobili Cams) sono dotati di due sistemi brevettati: il primo per la sostituzione dei denti dei dischi fresanti con una semplice operazione, ed il secondo per la regolazione idraulica della pezzatura del materiale in uscita. Estremamente compatti e semplici da movimentare, producono pochissima polvere ed uniscono bassi consumi ed elevata produttività.
Il ciclo di lavoro realizzato con queste macchine permette di ottenere un “un materiale riciclato che vanta una qualità addirittura maggiore di quello vergine” assicura Viel di Geocentro. L’impianto può arrivare anche a 250 m³ ora di materiale lavorato ed è gestito automaticamente tramite un software controllato da un unico operatore.
L’impianto
Nell’area esterna, in prossimità della pesa, si trova il portale di rilevamento della radioattività con cui vengono controllati sia i rifiuti in ingresso, che i prodotti end of waste (EoW) in uscita. Il rifiuto in ingresso è destinato a precise baie, esterne ed interne, di stoccaggio, in base alla sua tipologia. Le baie esterne sono dotate di coperture per la protezione dei materiali in stoccaggio.
Nell’area interna dello stabilimento produttivo, si trovano le baie di stoccaggio dei rifiuti: settori separati da muratura dove vengono gestiti i materiali. Il rifiuto non pericoloso recuperabile, come calcinacci e terreni escavati, viene trasferito all’impianto di macinazione e vagliatura rifiuti. L’attività di recupero è monitorata attraverso un software di gestione, per una valutazione estremamente precisa sulla merceologia del materiale e per il controllo delle procedure di trasformazione.
I rifiuti recuperabili vengono lavorati secondo i principi dell’economia circolare che prevede la produzione di End of Waste da utilizzare per l’edilizia e non solo, in sostituzione del materiale vergine di cava, evitando così un’ulteriore deprivazione dell’ambiente della sua ricchezza e generando, contemporaneamente, una notevole riduzione dei rifiuti da conferire a discarica.
L’area coperta è inoltre dotata di un sistema di aspirazione con filtri a maniche, progettati per il controllo delle emissioni inquinanti e per garantire la salute delle persone che lavorano all’interno dell’impianto di produzione.