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I progetti delle Utilities per le città sostenibili del futuro

Carburante rinnovabile dai rifiuti organici, controllo delle reti idriche tramite droni e sensori, micro-alghe per “curare” biologicamente l’acqua. Sono solo alcune delle esperienze racchiuse in ‘Utili all’Italia’, la banca dati che contiene i risultati del secondo censimento delle migliori pratiche nei servizi pubblici realizzato da Utilitalia.

I progetti delle Utilities per le città sostenibili del futuro

Si tratta di un compendio dei più rilevanti progetti realizzati negli ultimi tre anni, attraverso i quali le utilities stanno contribuendo a disegnare le città del futuro: 138 progetti operativi che dimostrano come la tutela delle risorse ambientali (37 progetti), l’innovazione tecnologica (28 progetti), la responsabilità sociale per le comunità (27) e la valorizzazione del capitale umano (14) stiano cambiando in meglio servizi che sono alla base della qualità della vita di ogni cittadino.

“Nei centri urbani – spiega la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – si è ormai fatta pressante l’esigenza di adottare modelli di sviluppo più vicini ai bisogni dei cittadini. Le imprese di pubblica utilità da tempo operano in tal senso; in questo particolare momento storico, però, la nostra azione deve essere rilanciata con ancora maggiore incisività: tutelando la risorsa idrica, attraverso interventi volti alla sempre maggior efficienza della rete degli acquedotti; chiudendo il ciclo dei rifiuti, con impianti e tecnologie all’avanguardia; abbattendo l’inquinamento dell’aria, con una profonda innovazione dei sistemi di riscaldamento e una significativa accelerazione sul fronte della mobilità sostenibile. Sono queste le principali sfide che coinvolgono le utilities, il cui lavoro si muove lungo una serie di assi portanti: capacità di investimento, sostenibilità dei prodotti e dei servizi, resilienza del business e dei territori. Nel particolare contesto che il Paese sta affrontando, le nostre aziende possono giocare un ruolo di primo piano per la ripartenza sociale ed economica, mettendo in campo, con l’auspicabile sostegno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, investimenti fondamentali per la qualità della vita dei cittadini e per la sostenibilità dello sviluppo”.

"Non solo a livello nazionale ma anche a livello locale - evidenzia Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità - le imprese pubbliche rappresentano la spina dorsale del nostro Paese. Le esperienze descritte in questo rapporto segnalano la capacità innovativa di moltissime di loro e il potenziale straordinario che il paese ha e potrebbe sviluppare ancora nella direzione della transizione ecologica e della giustizia sociale, avvalendosi e dando ancora più risonanza al ruolo di queste grandi utilities”.

Sulla tutela delle risorse ambientali si è concentrato il maggior numero di progetti. Tra questi la trasformazione degli impianti di depurazione in vere e proprie bioraffinerie, all’interno delle quali sviluppare filiere di gestione dei fanghi e di produzione orientate al recupero delle cosiddette materie prime seconde, come il biometano, i fertilizzanti e lo zolfo. Oppure la chiusura del ciclo virtuoso dei rifiuti organici che, avviati a riciclo grazie all’impegno dei cittadini e alla raccolta differenziata, vengono restituiti alla comunità come carburante rinnovabile e come ammendante per i terreni agricoli. E ancora il primo Piano italiano di sicurezza delle acque per la dissalazione, la lotta al dissesto idrogeologico per proteggere i territori dalle “bombe d'acqua”, la fitorimediazione per il trattamento del percolato di discarica e la certificazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, con l’approvazione di Science Based Target initiative (SBTi) che allineano i target di decarbonizzazione agli impegni assunti con l'Accordo sul clima di Parigi.

Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, spiccano i sistemi di telecontrollo delle reti idriche e delle fognature grazie ai sensori Internet of Things georiferiti e autoconfigurati, l’utilizzo di droni per attività di tutela ambientale e supporto alla gestione del sistema acquedottistico e i distretti delle reti dell’acqua, tramite l’installazione di misuratori di portate e pressioni, di centraline di trasmissione dei dati e di valvole di regolazione e riduzione della pressione. Gli smart meter vengono ormai ampiamente utilizzati per la gestione dei flussi nella rete di distribuzione dell’acqua e, nel caso del gas, per proteggere gli utenti a fronte di fuoriuscite, anomalie e terremoti. È partito anche un progetto per la realizzazione di un prototipo di foto-bio-reattore contenente micro-alghe ed alimentato da fanghi di depurazione per testare la possibilità di produrre olio vegetale da sfruttare ai fini energetici; e a proposito di rifiuti, è stato creato un mini-impianto di compostaggio dotato di una tecnologia innovativa che trasforma direttamente sul posto gli scarti umidi in compost. Al contempo, in un impianto pilota si sta sperimentando una tecnologia innovativa di chiari-flocculazione accelerata con dosaggio di carbone attivo in polvere, per la rimozione dall’acqua dei micro-inquinanti emergenti come prodotti farmaceutici, prodotti per la cura della persona e metalli. Sul fronte energetico, sono stati testati in una microgrid il comportamento e la gestione di comunità energetiche flessibili dove il consumatore è anche produttore di energia ed è possibile scambiare energia tra cittadini, aumentando l’autoconsumo e la flessibilità della rete.

Tutti i progetti nel documento allegato.


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