Cingolani sull'economia circolare
L'intervento del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla Conferenza nazionale sull'economia circolare: Italia leader, ma dobbiamo innovare ancora. Recovery fund sarà acceleratore.
“La circolarità è uno strumento essenziale nel nostro contesto, con l’emergenza climatica che stiamo vivendo e la consapevolezza che dobbiamo raggiungere importanti obiettivi di decarbonizzazione, potenziamento delle rinnovabili, ripristino dei valori naturali del nostro ambiente”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, intervenuto alla terza edizione della Conferenza nazionale sull'economia circolare, nel corso della quale è stato presentato il terzo Rapporto sull’economia circolare in Italia 2021, elaborato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea.
“L’Italia su questo tema è un Paese guida – ha continuato Cingolani - Forse abbiamo pubblicizzato poco la nostra cultura dell'economia circolare. Ricicliamo quasi il doppio del totale dei rifiuti rispetto alla Comunità europea. Abbiamo un ruolo di leadership assoluta in Europa, con un tasso di circolarità che è circa il 30% maggiore che nel resto dell'Europa. Il recovery fund è uno degli strumenti che abbiamo per aumentare la nostra capacità”.
“Ci sono settori dove però possiamo fare di più e che potrebbero avere degli impatti estremamente positivi – ha spiegato Cingolani -. Certamente il settore della plastica è uno di questi. Tutti sanno quanto sia complesso il ciclo di smaltimento della plastica, tanto che abbiamo microplastiche di diversa densità che galleggiano e che si trovano sul fondo dei mari, abbiamo un problema enorme di inquinamento da parte di persistent organic pollutants e di microplastiche negli oceani. È un problema che riguarda la nostra alimentazione, la fauna, la flora marina, il benessere degli oceani che sono una parte importante del nostro ecosistema. Sul tema c’è da fare molta innovazione e molta ricerca. Dobbiamo potenziare le nostre capacità, essere la nazione pioniera di metodi e tecnologie nuove, che ci consentano di essere sempre più protettivi nei confronti dell'ambiente, senza ovviamente rinunciare alle prospettive di sviluppo e alle economie di filiera”.
“In generale l’auspicio è questo: che con la sensibilità che abbiamo saputo dimostrare sinora come Paese, si continui a investire, a ricercare, a richiedere soluzioni sempre migliori, che il piano nazionale del recovery fund diventi uno strumento per accelerare e migliorare le nostre capacità in questa direzione – ha concluso Cingolani – L’approccio alla circolarità che ci ha caratterizzato sinora, che ci può caratterizzare molto di più, è decisamente l'unica strada per affrontare il futuro con un po' di serenità, non solo per il nostro ambiente, ma anche per la tenuta economica e sociale della futura società e il benessere dei nostri figli”.