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La strategia della Santa Sede per la riduzione delle emissioni nette a zero

La strategia della Santa Sede per la riduzione delle emissioni nette a zero

Durante l’High Level Virtual Climate Ambition Summit, organizzato il 12 dicembre 2020 da, Gran Bretagna e Francia, in partenariato con Cile e Italia, Papa Francesco, attraverso un Video-Messaggio, ha comunicato l’adozione da parte della Santa Sede di una strategia di riduzione a zero delle emissioni nette (net-zero emission).

Per perseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 lo Stato della Città del Vaticano (SCV) attuerà progetti sia di riduzione delle emissioni di gas serra sia di valorizzazione delle fonti del loro assorbimento tramite, ad esempio, processi di riforestazione. A tal fine, intensificherà i propri sforzi di gestione ambientale a favore dell’uso razionale delle risorse naturali come l’acqua e l’energia, dell’efficienza energetica, della riqualificazione del proprio patrimonio tecnologico, della mobilità sostenibile, del rimboschimento, dell’economia circolare come nella gestione dei rifiuti.

Da numerosi anni lo Stato del Vaticano è impegnato nella promozione di uno sviluppo sostenibile per la salvaguardia della casa comune. Sono, infatti, degne di nota, le politiche ambientali ed energetiche attuate nello SCV per rafforzare l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici e di solar-cooling, nonché per la riqualificazione delle centrali termiche e dei relativi sistemi di termoregolazione volti ad ottenere migliori performance in termini di efficientamento energetico e di emissioni inquinanti in atmosfera.

Progressi importanti sono stati ottenuti anche nell’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica, nella riduzione degli sprechi comuni, nello sviluppo del catasto arboreo dello SCV e nella promozione del consumo responsabile (nel 2019 è stata abolita la vendita di plastica monouso). Altri aspetti significativi sono quelli concernenti l’avvio di un processo di sostituzione del proprio parco automobilistico con autovetture a trazione elettrica o ibrida e la valorizzazione del concetto di recupero e riutilizzo nel campo della gestione dei rifiuti. Va, infatti, sottolineata l’incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (dal 42% di differenziazione nel 2016 si è arrivati al 65% nel 2020 con l’obiettivo entro il 2023 di raggiungere quota 75%) e la differenziazione dei rifiuti speciali pari al 99%. Si tratta di chiari esempi di economia circolare, come quello del recupero dei materiali di scarto derivanti dalla manutenzione del verde e dei rifiuti organici, trasformandoli in compost di qualità e immettendo nuovamente nel territorio i prodotti prelevati dall’ambiente. Tuttavia, le misure politiche, tecniche ed operative sono necessarie ma non sufficienti per conseguire l’obiettivo di un “net-zero” e soprattutto per propagare la “cultura della cura”: esse devono unirsi a un processo educativo che, anche e soprattutto tra i giovani, promuova nuovi stili di vita e favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra essere umano e ambiente.


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