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Iniziate le operazioni per il recupero delle ecoballe in mare a Follonica

Iniziate le operazioni per il recupero delle ecoballe in mare a Follonica

Al via nel golfo di Follonica il recupero delle ecoballe di combustibile solido secondario a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei Ministri. Al lavoro tre navi della Marina Militare.

È iniziata sabato 8 agosto l’operazione “Cerboli Pulita" per la rimozione dal fondo del mare delle quaranta ecoballe da 1,2 tonnellate l’una che giacciono sul fondo del mare nel golfo di Follonica, in Toscana, da cinque anni. Recuperate già le prime due ecoballe.

Il 5 agosto 2020, è arrivata nel porto di Piombino una task force della Marina Militare che, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, ha iniziato le operazioni tese alla ricerca e recupero delle balle di combustibile solido secondario (eco-balle), che 5 anni fa erano state disperse in mare dalla motonave Ivy nelle acque prospicienti la costa toscana.

La Marina Militare ha schierato nelle acque del Golfo di Follonica tre navi specialistiche (nave Tedeschi, nave Rimini e nave Caprera) e il Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin che stanno operando con sonar per la ricerca subacquea, sottomarino a comando remoto (ROV), gru di sollevamento, camera di decompressione e sistemazioni logistiche, in grado di garantire, dopo il recupero in mare delle ecoballe, lo stoccaggio del materiale recuperato in attesa delle procedure di smaltimento.

Le attività prevedono l’impiego delle capacità di scoperta subacquea del cacciamine Rimini che consentiranno di fornire ai palombari del GOS la precisa posizione di ciascuna eco-balla, al fine di consentirne il recupero attraverso una particolare procedura finalizzata a limitare al massimo la dispersione di materiale. Una volta giunte in superficie le ecoballe verranno imbarcate su nave Caprera che provvederà a contenerle a bordo fino alla loro consegna all’impresa individuata dal Coordinatore degli Interventi di Recupero per il loro smaltimento. La Guardia Costiera garantirà la necessaria cornice di sicurezza della navigazione in area di operazioni con l'impiego di proprie unità navali.

Le delicate operazioni subacquee si sviluppano attraverso due distinte fasi d’intervento. La prima, caratterizzata da profondità di lavoro inferiori ai 60 metri, prevede immersioni in libera dei Palombari del GOS attraverso il supporto di nave Tedeschi che, per l’occasione, ha imbarcato una camera di decompressione per garantire lo svolgimento delle attività in piena sicurezza. La seconda fase sarà svolta nei fondali superiori ai 60 metri di profondità grazie all’ausilio di nave Anteo che, attraverso le proprie apparecchiature subacquee per immersione profonda ed alla tecnica dell’immersione in saturazione, permetterà agli operatori di COMSUBIN di concludere il lavoro recuperando le rimanenti ecoballe rinvenute in alto fondale.

L'operazione in atto costituisce l’ulteriore esempio della proficua collaborazione del dicastero della Difesa con il Dipartimento della Protezione Civile al servizio della comunità.

Dichiarata l’emergenza ambientale

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha deliberato il 22 luglio 2020 lo stato di emergenza, per sei mesi, in conseguenza della dispersione di ecoballe di combustibile solido secondario (CSS) nelle acque del Golfo di Follonica e ha nominato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, coordinatore degli interventi necessari.

Per fronteggiare l’emergenza, il Capo del Dipartimento Angelo Borrelli ha firmato il 24 luglio 2020 l’ordinanza n.­­­ 685 che ha l’obiettivo di assicurare il coordinamento degli interventi, avvalendosi del Dipartimento della Protezione Civile, delle componenti delle strutture operative del Servizio nazionale e, in qualità di soggetti attuatori, del Ministero della Difesa - Marina Militare, dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, della Regione Toscana e di altri soggetti individuati anche tra gli enti pubblici economici e non economici e tra soggetti privati, che agiscono sulla base di specifiche direttive, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il 3 agosto 2020 presso il Dipartimento della Protezione Civile, ha avuto il via libera il piano operativo per la rimozione dei rifiuti dispersi nel Golfo di Follonica. Il piano, presentato dalla Marina Militare prevede tutte le possibili attività da mettere in campo e i dispositivi finalizzati a contenere al massimo i possibili rischi di dispersione durante le operazioni di recupero.

Il Ministero dell’Ambiente, l’Istituto Superiore per la ricerca ambientale (ISPRA) e l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT) garantiscono il controllo e il monitoraggio ambientale.

 

Le dichiarazioni del Ministro Costa

“Finalmente abbiamo dato il via alle operazioni di recupero delle 40 ecoballe residuali da 1,2 tonnellate l’una che dal 2015 giacciono sui fondali del golfo di Follonica” – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Le chiamano tutti così – spiega il ministro – ma di “eco” non hanno proprio nulla: sono ammassi di rifiuti di plastica abbandonati a mare da una nave cinque anni fa, nel silenzio generale. Oggi finalmente iniziamo a portarle in superficie con la Marina Militare”. 

“Un lavoro che dal primo giorno del mio insediamento – conclude il ministro Costa – abbiamo affrontato, nominando immediatamente un commissario, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che ringrazio: è riuscito, insieme con la Guardia Costiera, a mapparle e identificarle. Lo stato di emergenza e il lavoro della Protezione Civile durerà 6 mesi, e sarà una lotta contro il tempo perché se queste balle piene di plastica dovessero aprirsi andremmo incontro ad un disastro ambientale senza precedenti”.

Il recupero delle ecoballe non era più procastinabile e da ministro dell'Ambiente ho fortemente voluto questa operazione. Anche se l'iter per la ricerca delle responsabilità giuridico-amministrative di quanto accaduto è stato avviato, il nostro compito è tutelare l'ambiente. - il ministro Costa ha poi concluso - Inoltre, ci assumiamo l'impegno di supportare quei pescatori, che definirei paladini dell'ambiente, che fin dalla prima ora si sono dati da fare per recuperare queste balle e salvaguardare le acque del Golfo di Follonica”. 

Dida fotografie: copyright Protezione Civile


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