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Chiusa, dopo 11 anni, la procedura d’infrazione contro l’Italia per la bonifica a Cengio

Chiusa, dopo 11 anni, la procedura d’infrazione contro l’Italia per la bonifica a Cengio

“Nel corso degli ultimi due anni al Ministero dell’Ambiente – ha spiegato Costa - siamo riusciti a chiudere altre cinque procedure d’infrazione che pendevano sulle nostre teste e sulle nostre tasche. Questa di Cengio era stata aperta niente meno che undici anni fa e noi, appena insediati, abbiamo voluto rafforzare tutte le azioni negoziali finalizzate alla sua composizione, con la sottoposizione dell’opera a una valutazione ambientale postuma, prevedendo specifiche previsioni ambientali per una corretta gestione del sito e, alla fine, la Commissione europea ha riconosciuto positivamente l’impegno del nostro Ministero”.
Nel merito della notizia secondo la quale la Commissione ha inviato due lettere di messa in mora del nostro Paese per la Direttiva NEC per la riduzione di alcuni dei principali inquinanti atmosferici (Nox, Covnm, So2, Nh3 e Pm2,5) e per la Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, il Ministro ha spiegato che “si tratta di procedure dovute ma che non ci preoccupano perché eravamo già al lavoro su entrambe le questioni e prevediamo di chiuderle entro l’anno”.
Per quanto riguarda la Direttiva Nec, infatti, l’apertura della procedura di infrazione riguarda l’approvazione definitiva del programma di controllo, ovvero il piano che definisce le misure da attuare in Italia fino al 2030 per rispettare i tetti alle emissioni di alcuni inquinanti imposti dalla direttiva. Il piano è stato trasmesso alla Commissione Europea nei tempi previsti e verrà confermato nella sua versione definitiva a chiusura della procedura di VAS, obbligatoria per tale tipologia di Piano, prevista entro la fine dell’anno.
Per quanto riguarda per la Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, la procedura annunciata dalla Commissione europea è già oggetto della struttura amministrativa competente del Ministero dell’Ambiente che sta lavorando alla revisione delle disposizioni vigenti secondo le indicazioni stesse del legislatore europeo e se ne prevede la conclusione entro il 2020.


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