Demolizione della Diga di Begato, via al cantiere
A Genova inizia la demolizione delle Dighe di Begato, in Valpocevera. Il cronoprogramma prevede l’avvio dei lavori a giugno e, dopo le prime fasi propedeutiche, le prime demolizioni a settembre 2020 a partire dalla Diga bianca. La conclusione delle operazioni è previsto a dicembre 2021, per un totale di circa 18 mesi.
Si sono aperti ufficialmente con la firma del contratto di affidamento dei lavori e la presentazione del progetto esecutivo, i cantieri per la demolizione della "Diga" di Begato, in Valpolcevera, per quasi quarant'anni simbolo della cementificazione selvaggia delle alture alle spalle della città.
La gara per la demolizione bandita da Arte e finanziata dal Comune di Genova è stata vinta da un consorzio di imprese siciliane, la Fratelli Caschetto e Patriarca Group.
"Dopo alcune attività propedeutiche - spiega l'amministratore unico di Arte Genova Girolamo Cotena - a giugno inizieremo a spogliare la diga bianca e rossa all'esterno e all'interno, mentre la demolizione vera e propria inizierà a fine settembre, complessivamente i cantieri dureranno 18 mesi".
Si è deciso di non ricorrere all'esplosivo per procedere all'abbattimento degli edifici ma all'uso di mezzi meccanici. Dopo la demolizione si partirà con la terza e ultima fase del progetto Restart Begato, ovvero la realizzazione di alcune palazzine ad alta efficienza energetica per un totale di circa 50 appartamenti. La gara per lo sviluppo di quello che sarà un modulo abitativo chiamato CasArte è stata assegnata a una ati, la XLam Dolomiti, con sede in provincia di Trento.
Il progetto di rigenerazione urbana ha preso il via nove mesi fa con le operazioni di trasferimento delle 374 famiglie e dei circa 650 inquilini, molti dei quali anziani, che abitavano la "Diga" rossa e bianca.
Il quartiere di Begato era nato negli anni '80 per dare una risposta all'emergenza abitativa di una città che puntava al milione di abitanti e che per raggiungere questo obiettivo non si faceva scrupolo di deturpare il territorio, trasformando colline e vallette ricche di verde e storia, in piccole megalopoli prive di servizi, sicurezza e vivibilità.
"Stiamo facendo un qualcosa che entrerà nella storia di Genova - ha detto il sindaco Marco Bucci - una cosa di cui si discuteva da oltre 30 anni, questo è un cambio di rotta nell'ambito dell'edilizia sociale, vedremo se potremo farlo in altri quartieri per smantellare quella che è stata per troppo tempo una ghettizzazione".
Presenti, oltre al sindaco Marco Bucci, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l'assessore regionale all'urbanistica Marco Scajola e l'assessore comunale ai lavori pubblici, bilancio, politiche della casa e housing sociale del Comune di Genova Pietro Piciocchi.
“Oggi è una grandissima giornata – sottolinea Piciocchi, –. Voglio esprimere la mia più viva soddisfazione per questa operazione che ho fortemente voluto e che, come il ponte, è il segno di un'Italia che ha coraggio e guarda al futuro con entusiasmo. Un plauso particolare ai nostri uffici che hanno dimostrato una non comune professionalità ed umanità nella gestione della delicatissima fase del trasferimento dei 374 nuclei familiari che abitavano nelle Dighe. L'abitare è un diritto fondamentale della persona umana e in questa Città dimostriamo di crederci fino in fondo”.