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Covid19, sicurezza nella riapertura delle strutture adibite a piscine

Articolo di Alessia Tocchi sulle procedure da effettuare in Emilia Romagna prima della riapertura delle piscine.

Covid19, sicurezza nella riapertura delle strutture adibite a piscine

Prima della riapertura di qualsiasi struttura sportiva e ricreativa, sarà importante e fondamentale analizzare due aspetti legati alla sicurezza in quanto la piscina rappresenta sia un luogo di lavoro per gli operatori e un luogo di vita per gli utenti:

1) Analisi dei requisiti di sicurezza e delle normative vigenti in materia di “sicurezza per la costruzione e manutenzioni degli impianti sportivi” - Nomina dei Responsabili.

2) Comportamenti e misure di contenimento per la sicurezza degli utenti e frequentatori.

Requisiti della sicurezza

Il D.M. 18 marzo 1996 prevede che i titolari degli impianti siano responsabili dell’attuazione e del mantenimento delle condizioni di sicurezza, a garanzia dell’incolumità del pubblico, degli atleti e del personale addetto.

I titolari possono essere configurati sia nei proprietari delle strutture, sia nei gestori della stessa con responsabilità di:

  • Valutazione del rischio
  • Predisposizione e redazione del Piano di Sicurezza ed Emergenza
  • Nomina del personale addetto alla sicurezza dell’impianto
  • Formazione e informazione degli addetti agli impianti
  • Effettuazione e registrazione di controlli periodici del corretto funzionamento
    Pertanto, il responsabile della piscina, ai sensi del Testo Unico della Sicurezza n°81 del 09/04/2008 e successive modifiche, deve redigere il Documento di valutazione dei rischi che deve tenere conto di:
    • Potenziali rischi igienico-sanitari
    • Punti o fasi in cui si possono verificare i rischi
    • Misure preventive da adottare
    • Sistemi di monitoraggio
    • Azioni correttive
    • Verifiche del piano di sicurezza ed emergenza
    • Aggiornamento delle procedure
      La Regione Emilia Romagna con il DGR n°1092 del 2005 ha messo a punto nel dettaglio tutti gli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine, imponendo alle strutture la redazione del piano di autocontrollo che include tutte le disposizioni sopracitate.
      Di fronte all’emergenza Coronavirus, che rappresenta un problema di sanità pubblica, sarà essenziale un’osservazione e un controllo ancora più scrupoloso dei piani anche in relazione a quelle che saranno le integrazioni delle misure di prevenzione e protezione conto delle nuove misure di sicurezza, ma soprattutto sarà necessaria la formazione di nuove figure di responsabili che abbiamo una conoscenza a 360 gradi di tutte le procedure legate al rischio biologico che potrebbe aumentare con la diffusione del virus. 

Misure di contenimento della sicurezza

Come già previsto nel Decreto Ministeriale e soprattutto nel DGR n°1092 del 2005 della Regione Emilia Romagna, le strutture sono già dotate di tutte le misure igieniche per la gestione degli ambienti, come pulizia e disinfezione, ricircolo dell’acqua, modalità di accesso per gli utenti e frequentatori.

Sarà necessario per il contenimento un controllo molto più scrupoloso e periodico (a breve termine) sugli impianti, per la verifica dell’effettiva funzionalità con analisi di esperti e successiva possibilità di integrare i sistemi e i locali, con metodi combinati di più sostanze oltre che all’attuale uso del cloro (sostanza chimica fondamentale per la depurazione delle acque).

È molto probabile che gli organi di controllo (Ausl, Ispesl, ecc) implementeranno personale qualificato per controlli e verifiche ancora più scrupolose, con il rischio di sanzioni elevate, o nei casi estremi di irregolarità nelle strutture, sospensioni o chiusure delle attività.

A fronte di questo quadro futuro sarà fondamentale l’attenzione e il buon comportamento civile soprattutto dei frequentatori che occuperanno giornalmente gli spazi delle strutture, spazi che dovranno essere classificati più o meno a rischio in relazione all’assembramento di utenti.

Un’esempio di luogo a rischio potrà essere lo spogliatoio: spazio comune in cui oggi è prevista la pulizia periodica ma che rimane comunque un locale con rischio di assembramento più elevato, meno controllato, e zona filtro tra l’area esterna e l’area interna della piscina.

Particolare attenzione dovrà essere fatta allo stato di salute dei bagnanti (non credo potrà bastare il certifico di salute rilasciato dal medico di famiglia); all’introduzione dei propri beni personali (asciugamani, accappatoi, ciabatte: sarà opportuno dotare le piscine di beni esclusivi interni opportunamente sterilizzati?) al numero di accessi contemporaneo, soprattutto durante le ore in cui sono previsti corsi di gruppo.

In conclusione non credo che possa esserci dalle autorità una richiesta di diminuzione di numero di accessi per evitare assembramenti, quanto invece credo nella revisione dei regolamenti comportamentali, alla revisione delle dimensioni degli spazi, all’introduzione di nuovi sistemi di aerazione e ricircolo continuo dell’aria, con la possibilità di intervenire con progetti edilizi specifici urgenti, per gli opportuni adeguamenti.


FORREC