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Chiude la discarica di Colleferro

Nella discarica di Colleferro 'non entrerà più un grammo di rifiuti, entrerà solo terreno vegetale'.

Chiude la discarica di Colleferro

“La discarica più grande del Lazio dopo Malagrotta, quella di Colleferro, aveva bisogno di un punto, di dire finalmente la parola fine. La parola fine non la dice solo il sindaco, ma tutta la comunità di Colleferro e tutte le comunità della Valle del Sacco, uno dei posti più belli d’Italia, ma anche dei più inquinati, prima dall’economia industriale del dopoguerra e poi dall’economia dell’immondizia, che purtroppo per trent’anni ci ha messo in ginocchio”. Così il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, parla all’agenzia Dire a margine della cerimonia ufficiale di chiusura della discarica di Colle Fagiolara.

“Una vittoria delle comunità, dei sindaci, delle associazioni, della democrazia e della partecipazione dal basso”, la definisce il primo cittadino dal palco durante la cerimonia, “dedicata anche alla memoria di Giuseppe Sinibaldi”, l’operaio morto nell’impianto il 9 novembre scorso.

Non ci saranno altre proroghe, altre emergenze, altra immondizia da seppellire. Ci sarà il lavoro di questi operai a cui va il nostro saluto e la nostra stima, che saranno i custodi del mostro e che dovranno domarlo per trent’anni, sotto il controllo attento del Comune di Colleferro. La giornata di oggi [16 gennaio 2020, ndr]- continua- è stata la Caporetto dell’economia dell’immondizia. Cultura, economia circolare, logistica e spazio saranno le parole ed il caglio della ricostruzione”.

“Da oggi - spiega- inizia quello che per anni abbiamo aspettato, cioè il post mortem: la copertura dell’invaso con il terreno vegetale e la messa a dimora delle alberatureQuesta è un’operazione a cui nessuno credeva, per la quale si pensava non ci fossero i fondi. Invece ci sono i fondi di Lazio Ambiente e della Regione Lazio”.

Le operazioni “saranno avviate da Lazio Ambiente”, chiarisce il sindaco, che però precisa: “Valuteremo se farlo direttamente come Comune nei prossimi anni. Durerà 26 anni, uno per ogni anno in cui la discarica è stata aperta”. Due le operazioni che andranno fatte continuamente: “la captazione del biogas e del percolato, due materiali molto pericolosi qualora non vengano captati quotidianamente”.

Dove verranno smaltiti i rifiuti di Roma?

Venuto meno l’impianto dove la Capitale smaltiva oltre mille tonnellate al giorno di scarti e Fos (Frazione organica stabilizzata, ndr), in attesa della definitiva individuazione di un nuovo sito per la discarica di Roma (l’ipotesi al vaglio è Monte Carnevale)le 3mila tonnellate di indifferenziato raccolte ogni giorno dagli operatori della municipalizzata saranno distribuite in vari impianti del Lazio e non solo. Il cdr-css delle 1.250 trattate nei tmb di Giovi a Malagrotta andrà agli inceneritori di San Vittore, Brescia e in Portogallo, mentre gli scarti e la Fos finiranno nella discarica Mad di Roccasecca. Le circa 1.800 tonnellate rimanenti, oltre al tmb di Rocca Cencia, Ama possono contare sui contratti con gli impianti di trattamento presenti nel Lazio (Saf, Ecologia Viterbo, Porcarelli, Ecosystem e Csa) che le consentirebbero di “processarne” più della metà. La restante metà, invece, sarà coperta dall’accordo con l’Abruzzo per l’invio di circa 70mila tonnellate di talquale e di un altro con Herambiente sempre per i rifiuti indifferenziati.


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