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Itelyum vola a Ecomondo per la prima volta

A Ecomondo per la prima volta arriva Itelyum, che si occupa di gestione e valorizzazione dei rifiuti industriali.

Itelyum vola a Ecomondo per la prima volta

Nelle novità di Ecomondo di quest’anno spunta una nuova realtà attiva nel campo dell’economia circolare: tra gli stand infatti c’è anche quello di Itelyum, capeggiato da un grande aquilone simbolo del gruppo, la cui attività comprende la gestione e valorizzazione dei rifiuti industriali. Itelyum ha portato per la prima volta il nuovo brand e la propria struttura operativa su tutta la filiera “circolare” per la gestione dei rifiuti industriali: dalla raccolta dei prodotti a fine vita alla loro valorizzazione, dal trasporto allo stoccaggio, dalle analisi chimiche alla consulenza.

“Crediamo di essere realmente leader di economia circolare- non si nasconde il presidente Antonio Lazzarinetti- rigeneriamo oli lubrificanti usati, rigeneriamo solventi che ritiriamo prevalentemente dall’industria chimica farmaceutica”. Un’attività che ha portato a recuperare circa “700.000 tonnellate di rifiuti speciali nel corso del 2018”, con una previsione per il 2019 di “750.000 tonnellate, e l’anno prossimo cresceremo ulteriormente”. Durante la kermesse riminese di Ecomondo, Itelyum ha parte cipato a incontri e workshop, tra cui si segnalano quelli con Marco Frey, presidente della Fondazione Global compact Italia, e con la green blogger Letizia Palmisano. Al punto informativo dello stand invece, per tutta la durata della fiera è stato promosso un “green challenge” rivolto ai visitatori per far conoscere i prodotti e le soluzioni sostenibili che provengono da rifiuti industriali, in cui venivano chieste alcune domande sullo smaltimento corretto dei rifiuti.

“Il nostro obiettivo- prosegue Lazzarinetti- è di gestire anche i rifiuti che non possono essere riciclati, ma da cui può essere estratta energia. Questo è sostanzialmente Itelyum: la nostra filosofia è spingere per quanto possibile al riciclo di tutti i rifiuti che vengono prodotti”, per una circolarità complessiva “nell’ordine del 80%”. Il restante però “non viene buttato via- precisa- ma va a ad esempio a recupero energetico”.


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