L'impianto per la produzione di biometano di Sant’Agata Bolognese
È il primo impianto per la produzione di biometano dai rifiuti organici realizzato da una multiutility. 37 milioni di euro di investimento per rilanciare su scala industriale la sfida delle rinnovabili, con 7,5 milioni di metri cubi di biometano e 20 mila tonnellate di compost che ogni anno alimenteranno in maniera sostenibile tante filiere, a partire da autotrazione e agricoltura.
Come si fa a ottenere l’energia derivante ogni anno da 6 mila tonnellate di petrolio senza consumare una sola goccia di greggio ed evitando così l’emissione di 14.600 tonnellate di CO2? La risposta si trova a Sant’Agata Bolognese, alle porte del capoluogo emiliano-romagnolo, dove è stato inaugurato dal Gruppo Hera con tecnologia Cesaro Mac Import un importante impianto per la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti, concepito e realizzato partendo dalle più avanzate esperienze espresse in questo settore a livello internazionale.
Il taglio del nastro - cui hanno partecipato l’Assessore della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo, i vertici della multiutility e le principali istituzioni locali e del settore, apre così una nuova fase nella decarbonizzazione della produzione energetica, capace di dare ulteriore impulso all'economia circolare cui da tempo si sta orientando il territorio regionale. Grazie all’impianto, infatti, i rifiuti organici differenziati nelle nostre case torneranno al servizio della comunità sotto forma di gas che, una volta immesso in rete, potrà alimentare anche il trasporto a metano pubblico e privato, aiutando quindi un settore sempre più esposto al tema delle emissioni di anidride carbonica.
In linea con gli indirizzi assunti dalla Regione, dalla Strategia Energetica Nazionale e dalla stessa Unione Europea, l'impianto di Sant'Agata Bolognese mette così in valore un investimento di 37 milioni di euro e va ad arricchire il parco impiantistico di Herambiente, primo operatore nazionale nel trattamento dei rifiuti, che già da anni è attivo anche nella produzione di biogas per la generazione di energia elettrica rinnovabile.
Dai rifiuti organici un combustibile rinnovabile al 100%
In termini di volumi, l'impianto è capace di trattare, ogni anno, 100 mila tonnellate di rifiuti organici prodotti dalla raccolta differenziata, e altre 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature. Grazie all'implementazione delle nuove e migliori tecnologie di digestione anaerobica e upgrading, in particolare, queste risorse consentiranno di ottenere 7,5 milioni di metri cubi di biometano, combustibile rinnovabile al 100%, e anche 20 mila tonnellate di compost, un biofertilizzante da destinarsi principalmente all’agricoltura.
Un progetto architettonico pensato per armonizzare impianto e territorio e minimizzare gli impatti ambientali.
Privo di impianti di combustione, l’impianto sorge all’interno di un sito di compostaggio già presente e dunque la sua costruzione non ha comportato alcun ulteriore consumo di suolo. Concepita per minimizzare il suo impatto acustico e odorigeno, inoltre, la struttura risponde a criteri architettonici orientati alla sua armonizzazione con il territorio circostante. Lo stesso rivestimento esterno, che sarà realizzato nei prossimi mesi, sarà ispirato a temi e motivi capaci di raccontare il senso di quanto accade all'interno: in particolare, l'immagine di un terreno arido dalle cui crepe fiorisce la vegetazione richiamerà le trasformazioni cui è sottoposto il prodotto organico dentro l’impianto.
Alla riqualificazione delle aree verdi, infine, si aggiungerà la realizzazione di un percorso pensato per accogliere il pubblico e consentire la visita dell’impianto stesso.
“Il biometano – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera – ci vede impegnati da tempo e questa giornata, in particolare, corona il lavoro di anni, mettendo al servizio della nostra comunità un impianto nato da ricerche, studi e gare europee che ci hanno portato a selezionare il meglio di ciò che oggi è sul mercato. Del resto – prosegue Tommasi – le energie rinnovabili devono necessariamente agganciarsi a processi di industrializzazione capaci di svilupparne le potenzialità su larga scala, e in questo senso l’impianto di Sant'Agata si candida a costituire un esempio replicabile anche altrove, soprattutto – conclude il Presidente di Hera – alla luce di un quadro normativo finalmente favorevole, che rappresenta un valore aggiunto fondamentale per lo sviluppo del settore.”
“Si taglia il nastro di un'opera all’insegna dell’innovazione che guarda alla transizione energetica verso la low carbon economy: il biometano rappresenta un’opportunità importante per ridurre l’uso delle fonti fossili e alleggerire l'impronta energetica della nostra regione, in un’ottica di economia circolare – afferma Paola Gazzolo, Assessore Regionale alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna –. L'energia rinnovabile è un caposaldo della svolta green a cui tende l’Emilia-Romagna con le politiche messe in campo dall'avvio del mandato: una svolta che ha l'obiettivo di rispondere ai fenomeni di cambiamento climatico in corso e ridurre l'uso delle materie prime, promuovendone il recupero e riutilizzo. Proprio perché sono limitate, serve risparmiarle e preservare il valore dei prodotti e dei materiali: il progetto realizzato da Hera a Sant’Agata va appunto in questa direzione”.