Risolto il mistero dei dischetti in plastica spiaggiati
Finalmente risolto, grazie all'intensa attività d'indagine delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, il mistero dell'inquinamento da dischetti di materiale plastico riversatisi copiosamente in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi preso l'Isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio.
Sono sbarcati in massa sulle coste tirreniche, da Salerno a Livorno: centinaia di migliaia di dischetti di plastica usati negli impianti di depurazione, dispersi a causa del cedimento strutturale di un depuratore sul fiume Sele nel Golfo di Salerno.
Clean Sea Life ha lanciato la notizia e allertato le autorità e, con la collaborazione di centinaia di persone e degli oceanografi del Lamma, sta monitorando l'arrivo dei dischetti man mano che la corrente li trascina verso nord.
Il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare l'avvenuta fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell'impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana.
Mentre prosegue l'attività di accertamento sul sito in questione, le informazioni finora acquisite sono state comunicate alla competente Autorità Giudiziaria di Salerno che ha assunto il coordinamento delle indagini, delegandole alla Capitaneria di porto di Salerno.
Determinante è stata l'attività del personale del Nucleo Speciale d'Intervento (N.S.I.) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (R.A.M.) cui il Sig. Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha conferito espresso mandato al fine di fare luce sulla vicenda.
Una volta assodata la natura di "filtri a biomassa adesa" utilizzati per la depurazione delle acque reflue, gli accertamenti dei militari della Guardia Costiera, svolti in maniera capillare sul territorio interessato dal fenomeno, si sono orientati verso la conferma della principale ipotesi investigativa, ovvero che tali materiali fossero stati rilasciati da impianti di trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d'acqua in esso sfocianti.
Risolto l’enigma rimane però l'inquinamento e per questo Clean Sea Life, (il progetto europeo che mira ad accrescere l’attenzione del pubblico sui rifiuti marini), di cui Legambiente è partner, invita tutti a partecipare a #cacciaaldischetto, l’attività di pulizia delle spiagge coinvolte dalla dispersione dei dischetti, che nel weekend vedrà cittadini e associazioni al lavoro in diverse località, consultabili sul sito www.cleansealife.it.