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Decommissioning aereo navale

Decommissioning aereo navale

Lo smantellamento di velivoli e imbarcazioni in campo civile e militare può rappresentare un’importante occasione di riposizionamento competitivo industriale e di rilancio dell’economia ionica in linea con i principi della “Green Economy”.

Confindustria Taranto ha organizzato un interessante convegno "Decommissioning aereo-navale: opportunità per il territorio ionico" in cui gli attori del settore hanno presentato il comparto evidenziando numeri interessanti e nuove opportunità da cogliere per rilanciare l’economia del territorio con un occhio al recupero e alla green economy. La decostruzione degli aeromobili o delle imbarcazioni permette di recuperare grandi quantità di materiali, come i metalli, facilmente reimpiegabili nel ciclo produttivo industriale.

Al workshop hanno preso parte Silvio Rossignoli, Presidente Arescosmo Spa;  Eduardo Serra, Ammiraglio Comandante del Comando Marittimo Sud della Marina Militare; Giuseppe Acierno, Presidente DTA - Distretto Tecnologico Aerospaziale Scarl ; Giancarlo Anselmino, Direttore Generale Agenzia Industrie Difesa; Alessandro Maria Perillo, General Manager Sekur Service International Srl; Antonio Felice Uricchio, Rettore Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”; Angelo Tursi, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”; Pierpaolo Pontrandolfo, del Politecnico di Bari.

Alessandro Maria Perillo, General Manager Sekur Service International Srl, ha presentato un piano industriale (aeroporto di Grottaglie e porto di Taranto) che riconosce la strategicità del parting out (smontaggio dei mezzi) a livello nazionale.

In breve questi i numeri presentati:

Nei prossimi 20 anni verranno dismessi 10.000 aerei a fronte di 20.000 nuovi immessi in linea.

• Nei prossimi 5 anni, solo in Italia, occorrerà smantellare significative quantità (da 50 sino a 200 unità) di elicotteri utilizzati dai vari corpi dello Stato.

• A seguito della crisi dell'oil & gas si stima che circa la metà degli elicotteri per off-shore messi a terra negli ultimi 12 mesi (30% della flotta volante), non tornerà a volare e pertanto verrà probabilmente destinata al parting out dal 2020 in poi.

• In Italia, vi è l’esigenza di smantellare imbarcazioni che i vari corpi dello stato dovranno dismettere nei prossimi anni: 3-4 navi l’anno per almeno cinque anni.

“L’attività di decommissioning - conclude Perillo - secondo i criteri più moderni prevede il recupero completo di fluidi tecnici per una loro rivendita, materiali metallici e componenti di impianti di bordo. Inoltre sono da svilupparsi le tecnologie di riciclaggio dei materiali compositi, in particolare quelli in fibra di carbonio, e delle schiume. È stimabile un recupero sino al 95% di quanto presente a bordo dei mezzi da sottoporre a decommissioning”.


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