Intervista al direttore generale di Montagna 2000 Spa Emilio Guidetti
La gestione della risorsa idrica in territorio montano.
Sig. Guidetti, avete di recente presentato il bilancio 2016 con numeri confortanti circa il piano di risanamento e rilancio della società. I numeri presentati dicono tutto?
I numeri dicono molto, 3,3 M€ di debito ridotto ed ulteriori 2,5 M€ messi in sicurezza associati ad una intensa attività di recupero del credito che ci ha permesso di recuperare circa 3,0 M€ non pagati sono certamente risultati importanti.
L'utile della società, necessario per documentare al sistema bancario la profittabilità del business, non è certamente il fine di una società in house ad integrale partecipazione pubblica ma, anch’esso, testimonia che molti degli obiettivi sono stati raggiunti. Come abbiamo sempre detto fin dalla nomina del nuovo management siamo di fronte ad un percorso quinquennale che dovrebbe portare la società in equilibrio nel 2020, primo anno di vigenza del nuovo piano tariffario e con un orizzonte di concessione scadente nel 2025.
Molti obiettivi raggiunti significa che non li avete raggiunti tutti. È così?
Credo sarebbe davvero troppo presuntuoso pensare di avere centrato tutti gli obiettivi che ci siamo dati. Esaminiamo con cura, nelle assemblee dei soci ed al nostro, gli obiettivi che perseguiamo e, commentandoli, li etichettiamo con uno smile sorridente, neutro o arrabbiato per dare immediata evidenza del conseguimento o meno dello stesso.
Tra i principali obiettivi che ancora non abbiamo raggiunto c’è quello dell’efficientamento energetico degli impianti. La bolletta elettrica incide in modo importante sul conto economico e sulla tariffa. Dobbiamo anche far decollare definitivamente l'ufficio acquisti che abbiamo documentato possa valere un risparmio sugli acquisti tra il 7 ed il 12 %. Un obiettivo strategico per la società.
Vi accusano di avere una tariffa più alta di altre società sul territorio, è vero?
Analizzare il regime tariffario è veramente complicato ma, in generale, possiamo dire che nella tariffa vengono calcolati gli investimenti per nuovi impianti ed il rimborso dei mutui contratti dai comuni in anni precedenti, i costi dell’energia elettrica, il costo dell’insolvenza, il costo delle perdite e/o del mancato incasso per evasione ed elusione nonché la contabilizzazione, in difetto, di misuratori obsoleti.
Sono tutti target che abbiamo ben presenti e che si scontrano con le disponibilità finanziarie della società ed anche sulle fisiologiche resistenze al cambiamento. Ho usato appositamente il termine “finanziarie” perché economicamente i risultati sono confortanti, il peso del debito pregresso si fa sentire, tutti i mesi!
Tornando alla tariffa, sulla tariffa agevolata e quella base siamo sostanzialmente in linea con gli altri gestori che hanno territori meno complicati ed estesi mentre siamo meno convenienti sulle tariffe di eccedenza che risentono anche di fasce di consumo più strette rispetto alle altre società.
La società ha presentato, in assemblea dei soci, una proposta di riduzione delle tariffe che è figlia di una politica di distribuzione del costo secondo il principio “chi usa paga” accompagnata da una drastica riduzione dell’insolvenza. Non so se questi segnali siano stati colti da tutti e, in ogni caso, le modifiche devono essere autorizzate dalle agenzie di regolazione e controllo regionali e nazionali per poter essere attuate.
Ci sta dicendo che non tutti pagano l’acqua?
Se esaminiamo le utenze (pubbliche e private) che non hanno il misuratore, coloro i quali godevano di tariffe non deliberate da AEEGSI e/o ATERSIR, coloro che ricevono la bolletta e non la pagano possiamo dire che ci sono distorsioni che devono essere eliminate per riportare la gestione verso il principio europeo della full cost recovery (integrale copertura dei costi) equamente distribuita su tutti gli utenti in proporzione all’utilizzo della risorsa idrica.
Si tende a dire, strumentalmente, che vogliamo far pagare l’acqua delle fontane pubbliche quando, semplicemente, ne vogliamo razionalizzare l’uso, evitare gli sprechi o gli usi non autorizzati ed evitare che lo spreco possa essere causa di interruzione del servizio. Non credo che faccia piacere a nessuno/a pagare acqua pompata e disinfettata che finisce direttamente nelle fogne. Quell’acqua è pagata dagli utenti!
Vogliamo accompagnare questo percorso di razionalizzazione con azioni concrete che possano far percepire un incremento della qualità del servizio ed una maggiore continuità dello stesso.
Come si concretizza il migliore servizio per l’utenza?
Mi permetta di schematizzare il nostro progetto in quattro categorie fondamentali:
- Qualità dell’acqua
- Migliorata disinfezione dell’acqua attraverso l’installazione di cloratori stand alone che permettono un dosaggio volumetrico anche in captazioni prive di alimentazione elettrica;
- Adozione di una procedura di emergenza che consenta di gestire eventi meteorologici particolarmente intensi e/o altri imprevisti;
- Manutenzione straordinaria di captazioni e serbatoi per migliorare la quantità e la qualità dell’acqua; più acqua di sorgente
- Upgrade piano di autocontrollo della qualità per migliorare il monitoraggio dei parametri chimici e microbiologici dell’acqua fornita;
- Qualità del servizio
- Numero verde pronto intervento H24 che permette una più efficace gestione della reperibilità e delle statistiche nonché verificare le performance dell’azienda verso l’utenza;
- Monitoraggio code ufficio Borgo Val di Taro con installazione di sistema informatico e visivo che registra i tempi di attesa;
- Sportello on-line in fase di test avanzato per gestire il rapporto con l’utenza attraverso il web e permettere all’utente di ricercare fatture e altri dettagli;
- Letture dirette ed a mezzo sms o Whatsapp per emettere fatture basate sui consumi reali dell’utenza. Un programma di letture semestrali del nostro personale ed il successo della trasmissione delle autoletture a mezzo Whatsapp ci consentono di basare la bollettazione su dati reali;
- Implementazione rete di monitoraggio, controllo e comando degli impianti periferici per migliorare i tempi di risposta del nostro personale e/o ottenere risposte automatiche dagli impianti al verificarsi di condizioni predefinite;
- Razionalizzazione dell’uso della risorsa attraverso la riduzione dello spreco della risorsa e la contabilizzazione delle utenze oggi non controllate;
- Qualità e sicurezza del lavoro
- Dotazione dispositivo “uomo a terra” per aumentare la sicurezza del personale sul territorio;
- Formazione del personale su temi legati all’utilizzo dei materiali ed alle nuove tecniche di posa oltre a quella obbligatoria sulla sicurezza;
- Innalzamento standard materiali utilizzati attraverso la centralizzazione degli acquisti e la definizione di precisi standard;
- Qualità dell’ambiente
- Ampliamento del depuratore dei Borgo Val di Taro come da progetto relativo a PAA 2011-13;
- Efficientamento energetico e funzionale depuratore Fornovo di Taro Riccò con installazione pompe e miscelatori che migliorano il trattamento delle acque nere;
Le azioni descritte sono volte a migliorare le performance della società sotto il profilo ambientale, tecnico ed economico; quest’ultimo aspetto può tradursi in prospettiva in un contenimento del costo della bolletta per gli utenti.
Tutto risolto con l’ottenimento degli obiettivi che ci ha descritto quindi?
Lungi da me questo pensiero. Abbiamo cominciato un percorso lungo, difficile e delicato in cui Montagna 2000 può fare molto ma non può fare tutto.
Servono scelte che mirino al contenimento dello spreco della risorsa come lo stoccaggio per l’acqua piovana per uso irriguo (si veda protocollo LEED), la contabilizzazione dei consumi, pubblici e privati, che generano uso indiscriminato o spreco ed una più generale tutela della risorsa idrica.
Si è abituati a dire che qui c’è abbondanza di acqua e che i problemi sono solo legati ad una cattiva gestione dimenticandosi che, oggi, le fonti producono da 1/5 ad 1/20 rispetto a soli dieci anni fa e che la carenza di precipitazioni invernali mette già a dura prova la continuità del servizio. Una continuità del servizio che si ritiene debba essere garantita con l’incremento degli stoccaggi quando, con costi decisamente minori, basterebbe ridurre lo spreco.
Queste ed altre azioni sono necessarie affinché possiamo evitare interruzioni del servizio in danno agli utenti ed anche per non incrementare il rischio di default aziendale ed essere costretti alle azioni previste dalla normativa vigente (D. Lgs. 175/2016 o Decreto Madia).