L’Associazione dei gestori rifiuti in Italia prende posizione sulla gestione dei rifiuti a Roma
Dopo lo stato di emergenza scattato per la Sicilia, ATIA-ISWA Italia pone l’attenzione sul caso “Roma” indicando le cause che da anni hanno bloccato la progettazione e l’innovazione per una gestione dei rifiuti moderna e soprattutto sostenibile, indicando suggerimenti per migliorare il sistema.
“L’inerzia di alcune aree del nostro Paese nell’avviare un sistema di gestione dei rifiuti adeguato, rafforzata dall’idea che l’esportazione rappresenti la soluzione migliore, sta generando gravi ricadute non solo a livello ambientale”
Questa la situazione evidenziata da ATIA-ISWA, l’Associazione che riunisce i tecnici gestori dei rifiuti in Italia, che dopo lo stato di emergenza scattato per la Sicilia, pone l’ attenzione sul caso “Roma”.
La Capitale d’Italia invece di attivarsi in tempo in vista della chiusura della discarica di Malagrotta, peraltro già da tempo prevista dalle norme e dalle autorizzazioni, è rimasta inerte rispetto alla necessità di progettare e innovare una moderna gestione dei rifiuti, coerente con gli obbiettivi ambientali ambiziosi e importanti che sono condivisi a livello europeo. “Questa situazione - dichiara Paola Muraro, Presidente ATIA ISWA - ha consentito per molti anni ai sindaci di non avere problemi nella gestione dei rifiuti, a differenza di tanti altri colleghi, sia a Nord che a Sud del Paese, che si sono trovati spesso ad affrontare emergenze e a trovare rapidamente soluzioni.
Il Sistema impiantistico è ancora lungi dall’essere realizzato, forse anche pianificato e progettato, comportando così il massiccio invio dei rifiuti, sia da recuperare che da smaltire in impianti extra regionali”.
Il sistema romano si basa su 4 impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) che, se funzionassero come orologi svizzeri, sarebbero quasi sufficienti per gestire l’ordinario ma nel corso dell’anno si registrano punte fisiologiche dovute al turismo ed eventi particolari. Il sistema è quindi precario, se consideriamo poi che gli impianti devono essere manutenuti, che il TMB di via Salaria non è “gradito” ai residenti in zona ed ai vicini e che esistono problemi logistici e di programmazione, la situazione non è certo ottimale.
Se a Roma si raccolgono i rifiuti tutti giorni è grazie al trasporto su gomma che fa la spola tra gli impianti romani e quelle regioni italiane, dotate di impianti di recupero e smaltimento, che hanno saputo e potuto pianificare la gestione del ciclo dei rifiuti. Si tratta di regioni dove è stata fondamentale la presenza di soggetti industriali strutturati, in grado di innovare e investire, e dove rilevante è stato il ruolo dei cittadini che hanno partecipato alle raccolte differenziate.
Nelle regioni del Nord, nonostante un confronto non sempre facile con i cittadini e i comitati locali, si è potuto costruire gli impianti, non solo per il riciclo ma anche per il recupero di materia ed energetico dei rifiuti, perché le istituzioni locali hanno responsabilmente svolto il loro ruolo e gli organo di controllo erano presenti nel momento delle decisioni.
È necessario comprendere – sottolinea il Presidente Muraro - che una gestione sostenibile dei rifiuti è fatta di più fattori: una pianificazione sostenibile da parte delle pubbliche amministrazioni, una adeguata presenza degli organi di controllo, una adeguata presenza di impianti e soprattutto l’impegno dei cittadini”.
La partecipazione e la consapevolezza dei cittadini necessita di una elevata capacità di governo e controllo, anche da parte dell’Autorità centrale, responsabile del funzionamento del sistema nella sua interezza. In generale questo approccio richiede una pubblica amministrazione preparata, efficiente, manageriale, esecutiva, che assuma le proprie responsabilità, senza pensare al consenso nel breve periodo.
La gestione dei rifiuti di Roma – conclude il presidente Muraro - si basa sul funzionamento di un' impiantistica finalizzata allo smaltimento in discarica, mentre risulta urgente la realizzazione dell’impiantistica necessaria al recupero delle frazioni oggetto di raccolta differenziata. Anche in questo caso è fondamentale la collaborazione con la Regione. Il riciclo e il recupero di materia sono una necessità ambientale, ma, ricordiamolo, sono anche un’opportunità economica ed occupazionale per favorire lo sviluppo di un territorio. A questo proposito, anche sulla base dei target e delle opportunità di finanziamento europei, dovrebbero essere valutate la realizzazione di impianti nuovi o la riconversione di impianti esistenti per il recupero dei rifiuti organici differenziati”.