L'olio di frittura usato diventa biodisel
Prosegue con successo la campagna "Non siamo solo fritti" promossa da Etra per la raccolta dell'olio alimentare di uso domestico in 61 Comuni aderenti.
Grazie a questo progetto, la cui fase di attivazione si è sviluppata nell'arco di 5 anni, ora nel territorio sono presenti ben 184 cisterne, accessibili in qualsiasi giorno e orario, per il conferimento diretto di olio vegetale esausto (derivante da fritture o dalla conservazione di alimenti) da parte dei cittadini.
Nel 2014 sono stati raccolti complessivamente 187.576 litri: questa significativa quantità di olio, potenzialmente destinata a diventare un rifiuto molto inquinante, si è trasformata in preziosa risorsa e fonte di energia grazie alla collaborazione dei cittadini.
Nei Comuni soci di Etra si producono ogni anno circa 2 litri a testa di olio alimentare usato, che viene spesso versato nei lavandini o nel wc, con il rischio di provocare l'intasamento degli scarichi e l'inquinamento delle acque, determinando un grave danno all'ambiente o aumentando i costi di depurazione che incidono sulla collettività.
Recuperare l'olio è semplice: si raccoglie in casa, utilizzando un qualsiasi contenitore idoneo (bottiglia, tanichetta, barattolo…), e si svuota periodicamente nella cisterna più vicina. È importante non introdurre olio minerale (quello per le auto), che deve invece essere conferito al Centro di raccolta.
Che cosa succede, poi, all'olio raccolto? Viene riciclato come biodiesel, un combustibile alternativo ai carburanti tradizionali che contribuisce agli obiettivi di riduzione di anidride carbonica fissati dalla normativa europea. Dall'olio raccolto durante lo scorso anno nel territorio di Etra si son potuti ricavare 170.000 litri di biodiesel, sufficienti a far funzionare una flotta di 300 camion per un anno. E si stima di aver ottenuto un taglio delle emissioni di CO2 pari a 480.000 kg.