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Alluvione a Parma: l’ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna in prima linea

Alluvione a Parma: l’ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna in prima linea

Incontro pubblico promosso dall’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna e Collegio Nazionale dei Geologi.

A due mesi dall’alluvione che ha colpito la città di Parma il 13 ottobre 2014, l’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, in collaborazione con il Consiglio nazionale e con il patrocinio di diversi enti, fra i quali il Comune di Parma, ha organizzato un convegno rivolto a cittadini, istituzioni e rappresentanti del territorio per parlare del dissesto idrogeologico, che si è svolto a Palazzo del Governatore. Molte le domande a cui si è cercato di dare qualche risposta e tante le idee e le proposte che i tecnici consegneranno alle istituzioni.

In rappresentanza del Comune di Parma è intervenuto l’assessore Michele Alinovi: “Su questi temi – ha esordito – la politica deve essere capace di ascoltare, per cui sono molto grato ai geologi che coinvolgono il territorio in una riflessione che interessa tutti. A Parma si è cementificato troppo – ha continuato Alinovi – e non sempre sono state fatte le opere minime per evitare effetti pesanti delle nuove urbanizzazioni. Il Comune – ha annunciato l’assessore – sta effettuando uno studio idraulico sulla zona nord della città, per capire quante casse di espansione mancano e qual è la potenzialità delle reti scolanti, e si stanno effettuando le verifiche sulla sicurezza sismica delle nostre scuole. Dopo l’alluvione – ha concluso – c’è stato una grande coralità dei sindaci del territorio, indipendentemente dal colore politico, per chiedere di non essere abbandonati dallo Stato nella quotidiana battaglia per mettere in sicurezza il territorio”.

Andrea Censi, in rappresentanza della Provincia, ha parlato di “emergenza costante”, ha ricordato ciò che è accaduto a Genova e ha richiamato la necessità di assicurare la manutenzione del territorio, che finora è stata oggetto di trascuratezza e di scelte evidentemente sbagliate.

“La città di Parma – ha ricordato in proposito Meuccio Berselli del Consorzio di Bonifica – in vent’anni ha visto un aumento del 50% del territorio urbanizzato”.

Al convegno, coordinato da Paride Antolini del Collegio dei Geologi, dopo l’intervento del Presidente regionale dell’Ordine Gabriele Cesari, ha portato un contributo importante Paola Gazzolo, commissario interventi di mitigazione del rischio idrogeologico dell’Emilia Romagna: “In Regione – ha affermato – abbiamo censito 70.00 frane di cui 30.000 attive; i mutamenti climatici, poi, influiscono pesantemente sull’assetto idrogeologico, come hanno dimostrato i 320 millilitri di acqua caduti in poche ore sulle montagne di Parma. La Regione ha dovuto gestire qualcosa come 11 emergenze di rilievo nazionale, fra le quali il terremoto del 2012, in una sola legislatura, nella quale ha investito 400 milioni per la prevenzione dei rischi: tanti per le casse regionali – ha constatato l’assessore  regionale uscente – ma pochi rispetto ai bisogni”. Paola Gazzolo ha quindi confermato che sono stati stanziati i primi 14 milioni per la catastrofe di Parma e Piacenza e ha annunciato che l’AIPO sta provvedendo alla progettazione definitiva della cassa di espansione sul Baganza, che rientra fra le priorità assolute nella politica regionale, il cui fabbisogno è già stato quantificato in oltre un miliardo di euro.

A seguire il geol. Giovanni Truffelli del STB , Servizio Tecnico di Bacino Po, l’ing. Massimo Valente di AIPO, Agenzia Interregionale per il fiume Po e il geol. Antonio Di Lauro di OGER, l’Ordine dei Geologi Emilia-Romagna hanno illustrato con l’ausilio di grafici e fotografie quali sono stati gli eventi franosi e le alluvioni che hanno interessato l’Appennino Parmense e la città di Parma negli ultimi anni. La riattivazione delle frane e l’attivazione di nuove frane nell’Appennino Parmense hanno giocato un ruolo rilevante nel determinare l’emergenza che è scaturita nell’alluvione del 13 ottobre.

Decisivo per evitare l’allagamento di altre parti della città di Parma, oltre ai quartieri che sono stati invasi dall’acqua e dal fango, è stato l’utilizzo della Cassa di espansione del torrente Parma.

Per ulteriori informazioni sull’alluvione di Parma del 2014, si veda l’articolo L’alluvione del 13 ottobre a Parma.


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