La posizione del Ministro Galletti sul problema rifiuti e inceneritori in Italia
Durante il Question Time del Ministro Galletti alla Camera dei Deputati, il Ministro cerca di far chiarezza sull'art. 35 del decreto "Sblocca Italia".
Riportiamo le parole del Ministro Galletti durante l'interrogazione alla Camera dei Deputati del giorno 22 ottobre 2014.
"Il problema del nostro Paese nella gestione dei rifiuti, quello che innesca le sanzioni Ue ma soprattutto mette a rischio il nostro Ambiente e induce le attenzioni delle ecomafie, è rappresentato dalle enormi quantità che ancora oggi vengono conferite nelle discariche. Siamo ancora a circa il 40%: una percentuale intollerabile. InEuropa ci sono paesi come Germania, Svezia, Belgio, Olanda che hanno di fatto eliminato le discariche e il carico di problematicità che esse causano all’ambiente. Nei paesi più virtuosi lo smaltimento attraverso recupero energetico arriva fino al 50% dei rifiuti.
In Italia la situazione è nota. In alcune regioni abbiamo un sistema di incenerimento che, accoppiato ad una consistente raccolta differenziata, fa sì che gli impianti lavorino al di sotto della loro capacità autorizzata. Altre invece che, con la progressiva chiusura delle discariche, devono trasportare altrove, anche all’estero, i rifiuti urbani prodotti.
Una situazione paradossale, in cui paghiamo perché altri paesi producano energia con i nostri rifiuti. E’ anche questo il motivo che ha indotto il Governo a introdurre l’articolo 35 del decreto “Sblocca Italia”, che definisce “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” gli impianti di incenerimento esistenti e quelli da realizzare per coprire il fabbisogno residuo. E' un percorso che vogliamo portare avanti in stretta condivisione con le Regioni e gli Enti locali. L’obiettivo non è moltiplicare i termovalorizzatori: per questo si prevede che venga definita la capacità di trattamento degli impianti esistenti. La misura serve al progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale, nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio e tenendo conto della pianificazione regionale. A tal fine è necessario che tutti gli impianti, sia nuovi che già esistenti, siano autorizzati a lavorare al limite della capacitàinstallata, cioè sfruttino tutta la capacità dei propri forni; sarà compito delle autorità competenti adeguare le autorizzazioni integrate ambientali agli impianti esistenti, qualora ne venga valutata positivamente la compatibilità ambientale. I nuovi impianti dovranno essere progettati e quelli esistenti adeguati ai migliori standard ambientali e ricompresi nella classificazione degli impianti di recupero R1. Affinché si possa parlare di sistema integrato a livello nazionale, è previsto che, esaurite le esigenze delle regioni di riferimento, per la disponibilità residua autorizzata sarà possibile trattare rifiuti urbani prodotti in altre regioni. Si prevede anche la riduzione della metà dei termini previsti per le procedure di espropriazione per pubblica utilità, nonché la qualificazione come “perentori” dei termini per le procedure di VIA e AIA. Nessuna corsa agli inceneritori quindi, ma una corsa per superare le emergenze che hanno portato alle sanzioni europee e al contempo spingere al massimo sulla differenziata. Il problema dei rifiuti non si risolve producendone di nuovi, ma recuperando pienamente materiali e sostanze".